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Il Pallio della Carriera

L’odierna rievocazione storica in costume, per le chiare esigenze spettacolari, è ambientata nel periodo di maggiore splendore degli Aldobrandini, in particolare sotto il ducato di Donna Olimpia Aldobrandini recuperando nel contempo i tempi propiziatori della religiosità nei 7 rioni ... Leggi tutto

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Eventi del Pallio Feste Propiziatorie

Apertura Hostarie: 20-31 agosto 2024 e 1 settembre 2024 (info)
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2022- Pino Procopio


Pino Procopio



Pino Procopio (classe 1954) calabrese di nascita e abruzzese di adozione, si avvicina sin dalla tenera età al mondo artistico. Dopo una prima formazione a Catanzaro si stabilì a Roma ove, nel 1982, conseguì la laurea in architettura presso L’università degli studi di Roma “La Sapienza”.

Risale al 1980 la sua prima mostra organizzata al Centro D’Arte “La Bitta” di Roma dove espose opere di pittura e scultura. Nel 1983, dopo una rassegna presso la galleria “La Riva” di Giulianova (TE), si trasferì nella città marittima dove ancora oggi vive e lavora.

Gli anni Ottanta e Novanta videro il maestro impegnato in diversi progetti ed esposizioni: Alessandria, Vercelli, Teramo e Roma dove nel 1996, alla Galleria Fidia, mise in mostra una serie di quadri ispirati alle “Dodici fatiche di Ercole” e dalla quale venne tratto il relativo catalogo. Seguono altre importanti esperienze come l’Arte Fiera di Bologna e un’esibizione alla Galleria Mimosa di Ascoli Piceno.

Il nuovo millennio si apre con la presentazione al Museo Stauròs (organizzata dalla Fondazione Italiana Stauròs Onlus) dove l’opera “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” è esposta permanentemente. Nel 2003 arrivò l’importante commissione dai Monopoli di Stato per la realizzazione di un dipinto da applicare sul biglietto della Lotteria Europa; nel 2005 il Ministero delle Comunicazioni organizzò una sua mostra per celebrare i cento anni del servizio postale italiano; tre anni dopo espose a Roma, alla GNAM (Galleria Nazionale di Arte Moderna) e al museo Boncompagni - Ludovisi, la mostra “Ulisse, scene di un viaggio”.

Grazie al patrocinio del Miur e dell’UNESCO, nel 2017, si svolse la mostra “Baadaye, Pinocchio d’Africa” dove venne riletto in chiave moderna il collodiano racconto di Pinocchio, affrontando il drammatico problema dell’immigrazione.

Nel 2019 il Comune di Ascoli Piceno gli affidò l’incarico di realizzare il Palio della Quintana in occasione della prestigiosa giostra agostana che annualmente si svolge nella città marchigiana.

Come si può definire l’arte di Pino Procopio?

La sua arte si rivolge prevalentemente alla figuratività con elementi detratti dal Primitivismo che, sviluppatosi già all’inizio del Novecento, ha influenzato generazioni di artisti.

Nelle sue opere c’è un susseguirsi di piani concavi e convessi che vengono arricchiti da colori squillanti i quali ricoprono un ruolo fondamentale. Egli predilige la “velocità” del colori acrilici che permettono effetti di unità compositiva e offrono la possibilità di essere stesi per ampie campiture  in grado di catturare l’occhio dello spettatore.

La tematica artistica di Procopio è incentrata in parte sul tema dell’ambiente, infatti come lui stesso ha dichiarato: “Gli animali, come anche il mare, sono una costante nelle mie opere, non tanto per la rappresentazione in sé, ma per denunciare la sofferenza di questo momento storico”. Oltre ai problemi legati all’ambiente nella sua opera è possibile scorgere elementi di vita quotidiana, la mitologia greca di omerica memoria e il gioco (che ricopre un altro aspetto fondamentale): un mondo rappresentato con una surreale esplosione di cromie vibranti e pastose che evocano fantasia, quasi si trattasse di un viaggio attraverso le sue rimembranze fanciullesche.

Riguardo la sua arte Procopio dice: “ho scelto i protagonisti delle mie storie togliendoli alle pagine della mitologia, alle favole, alle fiabe, al cinema e alla letteratura, alla vita di tutti i giorni. È stato come prendere il treno per fare un viaggio: il divertimento non è il viaggio in sé, ma organizzarlo, crearlo, cosi accade per le storie che racconto”.


arazzoL’aspetto giocoso è l’elemento principale che contraddistingue il Pallio 2022 che, giunto alla sua trentesima edizione, richiama con vigore il popolo carpinetano a partecipare.

Una lettura pienamente contemporanea che celebra i seicenteschi fasti della famiglia Aldobrandini e che ci accompagnerà negli anni a venire.

Il Pallio è dominato dalla figura del cavallo con il suo cavaliere. Il richiamo ludico è suggerito grazie al fantino/equilibrista intento alla disfida equestre; il cavallo occupa l’intero stendardo con il dorso a “specchio convesso” che costituisce l’unico elemento di tridimensionalità; lo sfondo è dominato dal prezioso colore bluastro di varie tonalità (che tendono al violaceo) e dai sette anelli che hanno l’obiettivo ulteriore di richiamare la corsa all’anello aereo. Altri elementi significativi che compaio sul dorso del cavallo sono gli stemmi araldici dei Sette Rioni Storici; essi non sono dipinti per intero ma presentano solo degli elementi “caratterizzanti”: il carpino per il rione Jo Casteglio, il cuore per Rione San Pietro, l’elmo